Ed è quasi autunno, ed io l’estate, mica l’ho vista molto. L’ho vista da una finestra di ospedale, anzi, da più di una. Trascorrendo il tempo passando tra un reparto ed un altro, tra visite di medici e le loro cure a volte davvero tremende.

E quindi, c’è aria di autunno oggi. L’aria sta cominciando a rinfrescare qui e a fatica si vedono gli ultimi frutti dell’estate. E appunto quest’estate, così complicata e così emozionante, credo rimarrà un ricordo indelebile.

Isolato abbastanza, frammisto tra risate e lacrime nascoste dietro uno specchio d’ospedale, questo primo trimestre è passato e tutto sommato, ora mi accontento. Cinquantatre giorni, in bilico tra flebo ed esami che con le loro sonde, ho scoperto orizzonti clinici che non mi sarei mai aspettato!

Ero partito a metà giugno senza aspettative e questa estate me ne ha offerte troppe ed ora, devo mettermi a riposo. E spero serva, spero sia lungo e fruttuoso, questo riposo.
D’altronde le aspettative son quelle che mi fregano sempre: quando progetto, quando sogno, quando bestemmio perchè si avveri un desiderio.

Sono passati tre mesi dal secondo trapianto e di questi mesi, quasi due li ho passati ricoverato il quell’ospedale, li ho passati visitando tre reparti, sopportando innumerevoli aghi piantati sul braccio sinistro. Se non fosse per quello, io agli aghi son abituato, ma il mio braccio proprio no. E i medicinali che iniettavano non erano leggeri: ora devo curare vene spezzate e rese dure dagli antibiotici e da sali per ristabilire i valori nel sangue. Devo recuperare da due anestesie, quella del trapianto e quella della plastica fatta agli ureteri per sistemare questa simpatica storia delle infezioni alle vie urinarie. Saranno risolte queste infezioni? Solo il tempo ci darà delle risposte. La cosa più importante è che il rene funzioni, e funzioni bene e continui a funzionare come sta facendo ora. Tutto il resto si sistemerà sicuramente, sono fiducioso nei medici che mi hanno in cura!

So che queste righe sembrano lamentose e senza senso, ma a me piace scrivere le sensazioni del momento, anche quelle passeggere, senza mai dimenticare gli amici che in queste settimane mi hanno aiutato con i loro consigli e le loro esperienze, ad affrontare meglio questo primo periodo per me così difficile. Inoltre questo mio “soggiorno in spa privata”, mi ha permesso di conoscere tanti amici trapiantati nuovi e in qualche caso, raccontarmi e raccontare un pò quello che ho vissuto in 25 anni di malattia renale. Nel male, è sempre un’esperienza che ti accresce dentro, umanamente.

E sempre, nonostante tutto, credo fermamente nella donazione, nel trapianto, in questa cura che da una vita dona vita. Per questo ho deciso di rinnovare il mio impegno con la mia AIDO Provinciale e Regione Veneto, portando la mia (seppur piccola) esperienza sia di trapiantato che di volontario. E’ importante che tutti i trapiantati abbiano la consapevolezza di essere parte di un meccanismo virtuoso che salva vite. Ed è vero, non sempre va a buon fine, non sempre le cose vanno come dovrebbero andare. Però il trapianto è speranza e dobbiamo crederci, sempre!

Buona vita!

Mirko