Questo che leggerete è una favola moderna scritta tra fine ottobre e metà novembre del 2024, raccogliendo vari spunti sul tema della paura. Come tutte le emozioni, la paura ha una funzione adattiva: protegge l’individuo di fronte a un pericolo o a una minaccia, reale o immaginaria che sia. Rappresenta una emozione preziosissima sin dai primi anni di vita, e assolve a fondamentali funzioni evolutive.

Sono seduto sul water in un hotel a Vicenza. Sono in viaggio per degli impegni e mi son fermato qui per la notte. In hotel, dico. Non sulla tazza del water.
Insomma, dicevo che sono in viaggio un po’ per amore e un po’ per la musica e viaggiando da solo la mente scatta con pensieri perversi e forse contorti.

Come sarebbe o meglio, come cambierebbe la mia vita se tornassimo a 100 anni fa,
E andando nel profondo dell’ansia: come potrebbe finire la mia vita se il mondo si incendiasse di guerre e catastrofi?
Come cambierebbero le condizioni di noi malati cronici?
Ecco insomma, ogni giorno chiacchiero con dializzati, trapiantati o in attesa di una delle due opzioni. Ma ovviamente anche a gente di cui queste opzioni non ne sa nulla al riguardo.
E tornando proprio a Bomba… come cambierebbe la questione?
Tutto sommato io sono nato in una buona epoca, a fine anni 70 e negli anni 80 mi hanno salvato la pellaccia un par di volte. E poi si, la dialisi e il trapianto e poi di colpo, tutto un’altra volta.
Sono sempre stato coccolato tutto sommato, tra un ago e una sonda lasciamo perdere messa dove.
E ho sempre trovato una cura, un esame specifico, qualcuno una pillola per lenire i miei problemi me l’ha sempre data.
Ma se invece di vedere cadere bombe in televisione (guardando sbadatamente mentre si mangia un piatto di pasta al ragù), le bombe cadessero a qualche metro da dove mi trovo?

E qui un pò sono già spaventato, ma non voglio ancora spaventare voi cari lettori innocenti.
Il problema grosso è quando le bombe cadono poi sugli ospedali, sulle fabbriche che producono le nostre pillole e le macchine per la dialisi o qualunque macchinario sanitario.

Sono abituato ormai da quasi 30 anni a viaggiare, non chissà che viaggi, ma ho sempre avuto molti impegni musicali, per il volontariato e certo ferie e viaggi di piacere.

Quindi nella mia borsa almeno una piccola scorta di pillole che non si sa mai che se si ferma l’auto e devo rimanere via un giorno in più, mi cancellano un volo, o mi perdo il blister del giorno (successo varie volte). Il backup è di vitale importanza!

Nel mentre i giorni passano, scrivo ancora sul mio taccuino elettronico fregandomene di quel che la tv e i media passano incessatemente. Passo ad un altro pensiero.

Voglio con il pensiero fare un giro di boa: siamo capaci di essere resilienti a tutto questo? Noi a cui piace chiamarci a vicenda “guerrieri”? Ci riempiamo la bocca di tante parole per farci coraggio, quando nemmeno sappiamo cosa ci potrebbe capitare se solo il 30% della nostra quotidianità sparisse. Se le medicine davvero, sparissero dal mercato e fossero razionate come il pane e il latte. Che gli ospedali cominciassero solo ad accogliere chi ha bisogno tipo i soldati che tornano dal fronte feriti, così, per fare un esempio.

Siamo pronti per essere sacrificati per la Madre Patria, noi che dopo che ci siamo chiamati Guerrieri, ci scopriamo invece per quello che siamo: invalidi. Riformati, come si diceva ai miei tempi.

Sei difettato, non sei utile per la patria. Vi torna questa frase?

Non prendetemi per catastrofista, ma io già mi vedo in clima di mobilitazione, tu si, tu no, sei invalido sa van sans dire. 

Ecco. Si. Questo è il mio sogno apocalittico. 

Ovvio, i temi sono caldi ora. Voglio solo stuzzicare la vostra intorpidita mente, bombardata dai social che ci danno notizie catastrofistiche per tutti i gusti, dalle mille guerre che sono in corso nel mondo al nostro pianeta che soffre del cambiamento climatico che signori miei, un po’ ce lo siamo voluti noi valorizzando l’economia del denaro a discapito del vero benessere dell’umano, la natura che ci circonda la stiamo ammazzando piano piano. Una guerra totale non è così difficile da immaginare e no, non prendetemi per quello che guarda troppi film di guerra.

Io penso solo che la pace incondizionata non esiste e che history repeating signori miei, abbiamo vissuto per troppo tempo senza vere guerre nel nostro continente troppo pacifista e attaccato alle braghe degli americani.

Ci stiamo riarmando. Tutti si stanno riarmando. Con buona pace dei conti pubblici a sfavore di istruzione e sanità pubblica.

Quando penso alle pubblicità che ti incitano a risparmiare, investire, pensare ad un fondo pensione per un domani mi chiedo sempre: ma quale domani?

Siamo trapiantati, dializzati, siamo nefropatici o portatori di altre malattie croniche strane e che continuo a ripetere, 100 anni fa ne saremmo morti tranquillamente e sarebbe stato una cosa normalissima.

Ora, pensate davvero che dopo 100 anni le cose siano cambiate, che è impensabile pensare all’inevitabile?

Ecco, vi svelo un segreto: io non posseggo nessuna palla magica che predice il futuro, nessun Palantir dei Tolkeniana memoria. Non sono Gandalf e nemmeno Albus Silente, nemmeno il mago Otelma, per chi se lo ricorda.

O suvvia ora esco, è una sera fredda, un bel -2 segnato sul termometro fuori casa la luna piena si è levata in cielo da un po’. Il terreno scricchiola forte sotto le mie scarpe, ho una bella maglia termica e tutto va bene, le pastiglie le ho già prese.

Adoro camminare di notte tra l’autunno e l’inverno, non c’è quasi mai nessuno e il torrente che mi scorre a fianco mi fa compagnia, i pensieri scorrono e torno a casa felice, al caldo della mia momentanea sicurezza. Domani è un altro giorno.

Buona vita a tutti

Mirko