Capita che a stare tutto il giorno inerme ti venga di osservare l’ambiente. Se poi sei già una persona a cui piace descrivere ciò che succede attorno, l’affare è fatto. Però per molto tempo ero attaccato ad una flebo e non sempre il braccio destro collaborava per farmi scrivere a penna, così utilizzavo il cellulare per prendere piccoli flash, sprazzi di pensieri e cose che mi capitavano. Cose belle e cose meno belle, cose che ti aiutano a tenerti a galla mentre sei rinchiuso in una stanzetta di 3 metri per 3, o in uno stanzone con degli sconosciuti. E’ stato divertente, anche se in ospedale non è che succedavo chissà che cose interessanti…
- Mangiare cose sbriciolose quando fuori della finestra ci sono dei piccioni che mi guardano.
- Passeggiare di sera all’ interno di un chiostro , aspettando chiudano i portoni dell’ospedale. Sperando non ti chiudano fuori dal reparto. Ed invece, ti chiudono fuori.
- Indossare mascherina e grembiule da contenimento e far credere che ho il covid (anche se comunque ho un batterio EBL resistente).
- L’ansia di quando devi entrare a fare un esame urologico e sei in anticipo di un ora abbondante.
- L’odore di disinfettante.
- Le dottoresse che ti coccolano quando sei in panico per una visita urologica.
- Infermieri che ammettono i propri errori quando loro vogliono bucarti una vena che tu sai benissimo non andrà. E non va.
- I messaggi degli amici “tieni duro” “sei una roccia” “forza e coraggio”
- L’ospedale come diventa silenzioso dopo le 20. E come è piacevole passeggiare tra i corridoi comuni deserti.
- Passeggiare tra i suddetti corridoi dopo le 20 per poter vedere le infermiere e dottoresse giovani che timbrano l’uscita.
- La sveglia delle cinque per misurarti i parametri.
- Quell’infermiera che sembra più impacciata e insicura, invece ha la mano più delicata di altre. E viceversa.
- Pazienti trapiantati che non parlano la nostra lingua che comunicano con i medici tramite google translate.
- Ingaggiare silenziose gare con gli altri pazienti per vedere chi fa più pipì al giorno.
- Bere quattro litri di acqua al giorno.
- Che buono l’odore del caffè appena fatto in moka, che si propaga in tutte le stanze. Peccato sia quello degli infermieri e a te non te ne danno.
- L’anestesia e i discorsi senza senso che ti fa fare.
- I menù ospedalieri, che da subito sembrato vari. Poi sono tutti uguali.
- Gli gnocchetti sardi violentati dalla cucina e portati conditi con olio e formaggio.
- Le polpettine di manzo che nuotano in un mare di unto e salsa di pomodoro che danno un senso ad un triste purè di patate servito a forma di pallina a mò di gelato.
- La pasta fredda che altro non è che gli stessi gnocchetti sardi freddi conditi con qualche rimasuglio di verdure e carne. Solo che freddi.
- Formaggi dai nomi e consistenza improponibili tipo il “formaggio italico”.
- I discorsi alla “istituto Luce” con in mano il suddetto formaggio, “nutriamo i giovani virgulti italici con l’italico formaggio”.