Prevenire la Disidratazione nell’Anziano
Indicazioni per la gestione nel paziente fragile
A cura di: Mauro Marin – Direttore di Distretto e Giulia Marin – Medico Chirurgo, Pordenone
Il personale sanitario e i caregiver devono essere costantemente consapevole dei fattori di rischio e segni di disidratazione negli anziani, soprattutto durante i periodi di tempo molto caldo¹.
Nell’anziano totalmente o parzialmente non autosufficiente è frequente uno stato di disidratazione che si può manifestare con rapida perdita di peso, secchezza delle mucose (lingua arida, secca), bulbi oculari infossati, astenia, oliguria, confusione mentale o letargia, difficoltà nell’eloquio, tachicardia e ipotensione ortostatica².
Una grave disidratazione aumenta il rischio di ospedalizzazione e di mortalità³. Inoltre può causare nell’anziano tromboembolie secondarie all’emoconcentrazione, aritmie cardiache secondarie ad alterazioni elettrolitiche, insufficienza renale acuta, rabdomiolisi, deliri, aumentato rischio di infezioni urinarie e polmonari, di cadute traumatiche, di ulcere da decubito e di tossicità da farmaci.
La disidratazione consegue a ridotto apporto o aumentata perdita di liquidi, come ad esempio in caso di riduzione persistente dello stimolo a bere, coesistenza di 4 o più patologie acute o croniche, malattia terminale, demenza, ictus cerebrale, disfagia, malnutrizione, febbre elevata, vomito, diarrea, ipokaliemia, ipercalcemia, traumi, interventi chirurgici, uso di diuretici o più farmaci, iperventilazione, clima caldo, poliuria da nefropatie o da diabete insipido o da diabete mellito. La disidratazione è dunque un’importante problema socio-sanitario che necessita di interventi multidisciplinari di prevenzione, diagnosi e terapia.
La gestione dell’idratazione richiede una specifica formazione del personale di assistenza e comprende una serie di interventi da attuare in particolare negli anziani a maggior rischio, rappresentati dai soggetti totalmente o parzialmente non autosufficienti.
Gli interventi utili sono:
- Definire il quantitativo giornaliero di liquidi da assumere
- Documentare attraverso una scheda di rilevazione l’ammontare dei liquidi introdotti quotidianamente.
- Attuare strategie incentivanti l’idratazione
- Valutare lo stato di idratazione mediante il rilevo dei segni clinici e di laboratorio
- Valutare e trattare i fattori modificabili di maggior rischio per la disidratazione.
Non sono definiti precisi Quantitativi Raccomandati Quotidiani (QRQ) standard di liquidi da assumere, essendo variabile il fabbisogno in base alle diverse condizioni degli anziani assistiti. Sono tuttavia disponibili dei metodi per calcolare orientativamente l’apporto teorico ottimale di liquidi da assumere (tab. 1).
Un’adeguata idratazione orale giornaliera di norma non dovrebbe essere inferiore a 1600 ml/24h per l’anziano medio⁴. Nei soggetti a maggior rischio di disidratazione nelle residenze protette si dovrebbero contrassegnare i vassoi personali per la somministrazione dei pasti prescrivendo a chi li assiste di incoraggiare e monitorare l’assunzione del 75-100% dei cibi e liquidi offerti.
La registrazione scritta delle quantità giornaliere di liquidi assunte è il metodo migliore per controllare l’adeguatezza dell’idratazione, a garanzia della salute degli anziani ed a tutela medico-legale degli operatori dall’accusa di negligente accudimento di incapaci. L’adozione di una scheda di rilevamento dei liquidi assunti può facilitare il compito e la sua successiva verifica.
La misurazione dei liquidi eliminati è invece spesso inattendibile ed impraticabile negli anziani con incontinenza urinaria o con demenza.
La misurazione del peso corporeo attuale rapportato al peso abituale offre una semplice stima relativa del grado di disidratazione, tranne quando la pesatura sia impraticabile nei pazienti allettati e anche se la disidratazione è solo una delle possibili cause di rapida perdita di peso. Per questo nelle residenze protette è utile che il personale di assistenza misuri e annoti il peso corporeo degli anziani ospiti, ad esempio, quando fanno il bagno ed avvisi senza ritardo il personale sanitario delle variazioni rilevate perché si possano attuare in tempi utili gli interventi di cura necessari .
La somministrazione quotidiana di liquidi a tempi prestabiliti agli anziani, considerando anche le preferenze individuali di liquidi, favorisce il mantenimento di un adeguato livello di idratazione⁵.
Il momento di assunzione dei farmaci è un’occasione importante per incoraggiare l’assunzione con un’offerta di liquidi, come pure ad esempio il momento dei pasti, il momento di uno spuntino a metà mattina e a metà pomeriggio, il momento delle attività di gruppo e il momento di visita dei familiari nelle residenze protette. E’ dimostrata l’utilità dell’assunzione regolare di 5-8 o più bicchieri d’acqua al giorno⁶. Va spiegato invece che caffè, thè e alcol hanno effetti diuretici.
Il rischio di disidratazione e delle sue cause può essere stimato inoltre attraverso la compilazione di una specifica checklist (tab 2).
La valutazione dell’efficacia di questi interventi è comunque difficile da valutare, come è stato evidenziato in una recente revisione sistematica⁷, sia per i numerosi bias presenti nei vari studi, che per la necessità di uno sforzo coordinato di tutti gli operatori per la prevenzione della disidratazione dell’anziano.
Tab 1 : Metodi teorici di calcolo del quantitativo raccomandato quotidiano (QRQ) di liquidi²
Standard 1 | QRQ = 30 ml/Kg peso corporeo |
Standard 2 | QRQ = 1 ml/ kcalorie consumate nelle 24h |
Standard 3 | QRQ =100 ml per i primi 10 kg di peso, 50 ml per i successivi 10 kg di peso corporeo, 15 ml/kg per ogni kg rimanente di peso |
Tab 2 : Checklist per valutare il rischio di disidratazione che risulta più elevato quanto maggiore è il numero di indicatori presenti in lista*
Caratteristiche personali | Età > 85 anni Body Mass Index 27 Sesso femminile |
Condizioni di salute | Demenza Depressione Diabete mellito Ictus cerebrale Incontinenza urinaria Insufficienza renale Malnutrizione Aritmia cardiaca Disidratazione pregressa Storia di Infezioni ripetute |
Farmaci assunti | > 4 farmaci Diuretici Lassativi ACE inibitori Steroidi Psicofarmaci: antipsicotici, antidepressivi, benzodiazepine |
Assunzione di liquidi | Richiede assistenza per bere Può bere da solo ma si dimentica Assume meno di 1500 ml/die Ha disfagia o senso di soffocamento Non trattiene i liquidi assunti e vomita Mangia Richiede aiuto per alimentarsi Richiede alimentazione per via enterale mediante SNG o PEG |
Esami di laboratorio patologici | Peso specifico urinario > 1020 Urine color giallo scuro Sodio sierico > 150 mEq/L Rapporto azotemia/creatininemia > 20 mg/dL |
Legenda:
- Body Mass Index (BMI) = Peso corporeo in kg/(altezza in mt)2
- SNG = sondino nasogastrico, PEG = protesi endogastrica
* University of Iowa, Veterans Affairs Nursing Research Consortium.www.nursingcenter.com/AJNolderadults
1. | Schols JM et al Preventing and treating dehydration in the elderly during periods of illness and warm weather. Nutr Health Aging. 2009;13:150-7 |
2. | Mentes J Oral hydration in older adults: greater awareness is needed in preventing, recognizing, and treating dehydration Am J Nurs 2006; 106:40-9 |
3. | Bryant H Dehydration in older people: assessment and management Emerg Nurs2007; 15:22-6 |
4. | Joanna Briggs Institute Best Practice 2001, 5/1 ( www.joannabriggs.edu.au). |
5. | National Guideline Clearinghouse Hydratation Managementhttp://www.guideline.gov/content.aspx?id=34272 |
6. | Chan J et al Water, other fluids, and fatal coronary heart disease: the Adventist Health Study Am J Epidemiol 2002, 155/9: 827-33Bunn D et al. Increasing fluid intake and reducing dehydration risk in older people living in long-term care: a systematic review. J Am Med Dir Assoc. 2015;16:101-13 |
7. | Bunn D et al. Increasing fluid intake and reducing dehydration risk in older people living in long-term care: a systematic review. J Am Med Dir Assoc. 2015;16:101-13 |