Lettera anonima
‘’ …A tutto il personale medico-infermieristico dell’U.O. di nefrologia e dialisi dell’ospedale S.Chiara di Trento’’

Ho pensato e ripensato al modo attraverso il quale potervi dire GRAZIE, ma non il solito grazie, appunto…intendo dire GRAZIE!!! Sicuramente potrà sembrarvi una ripetizione, ma ve lo assicuro, non lo è proprio… E’ un GRAZIE che arriva direttamente dal profondo del mio cuore, detto con la sincerità più assoluta di una persona che ‘’in questo corridoio, in queste stanze è diventato un uomo.
Al termine di queste poche righe non troverete scritto il mio nome, perché credo di fare da portavoce per tutti coloro i quali, chi più chi meno, in questo reparto hanno trascorso parte della loro vita e che magari non hanno trovato il coraggio o le parole per farlo… e voi vi chiederete: ’’fare che’’? di dirvi semplicemente GRAZIE!!!
ma…’’grazie perché’’? Perché siete delle persone meravigliose, perché avete sempre un sorriso da regalare, perché avete sempre una battuta da fare, perché siete semplicemente unici. Quello che per voi è un lavoro, per tutti noi è molto di più, siete più importanti della dialisi stessa…
Non ho visto ‘’dovere’’ da parte vostra nel fare le cose, ma ho sentito tanto amore e dedizione… i vostri cari possono ritenersi fortunati ad avere persone cosi speciali e magnanime nelle loro famiglie.
Non mi rimane che dirvi che siete stati, che siete e che sarete sempre nel mio, anzi, nei nostri cuori…
GRAZIE per tutto quello che avete fatto,che fate e che farete in futuro per me,per noi e per tutte le persone che magari dovranno spendere un po’ del loro tempo in questo corridoio,in queste stanze…
Il mio ultimo pensiero è rivolto a loro, si a coloro che magari come me qualche anno fa, dovranno calpestare timorosi questo pavimento, respirare e sentire l’odore particolare che solo qui è presente… Forse non ve ne siete ancora accorti ma, se vi guardate bene attorno, noterete quelle persone vestite di bianco…i quali magari in principio potranno sembrarvi antipatiche con le loro romanzine… ma che vi assicuro sapranno darvi la giusta forza, sapranno dirvi le giuste parole per non farvi mai perdere quella cosa che soprattutto quando ci si AMMALA viene a mancare…la FORZA D’ANIMO. Sono consapevole che non è semplice, ma altrettanto sicuro che quelle persone, quegli angeli dal camice bianco vi aiuteranno a non perderlo e, a chi lo ha perso, a ritrovarlo…L’ANIMO.

Non smetterò mai di ringraziarvi, siete tutti speciali ed indispensabili!
Uno dei tanti che ha trovato il coraggio e le parole per farlo…

 

«Bip….bip….bip….bip….bip….bip….

Uno spazio infinito ….

Bip …. bip….bip….bip …. Bip …. bip….

C’è silenzio, c’è quiete….

I continui “bip” sembrano fluttuare nell’aria come corpi in assenza di gravità …
Non sento nulla …. non sento il mio corpo ….
Sono completamente sopraffatto da una sensazione di beatitudine ….

“Sarà questo il paradiso?”, mi chiedo.

Invece no, piano piano qualcosa inizia a disegnarsi attorno a me….
Un leggero tremolio sfiora le mie palpebre che, fanno da sipario verso una nuova vita…

Bip…bip…bip…bip…bip…

I “bip” ora sembrano occupare volume nello spazio apparentemente infinito, come se accompagnassero, per mano, i battiti del mio cuore…
Apro gli occhi e mi accorgo che il disegno è completo.
L’oscurità di quello spazio ormai definito inizia ad accogliere una tenue luce verde….
Dinanzi a me riesco a scorgere un candido lenzuolo che mi copre quasi per intero , leggermente macchiato dalla luce verde della quale solo ora, a stento, riesco a decifrare l’origine…
Alla mia destra, come un angelo custode , prende forma una strana figura che continua ad accompagnarmi con i suoi “bip” e a scaldarmi con la sua intensa luce, verde….
Sento un altro rumore; è sempre quella strana figura, quell’angelo che con i suoi tubicini sta soffiando aria dando voce ai miei polmoni….
Alla mia sinistra una parete, sulla quale scorrono i secondi, i minuti, le ore….un orologio che sembra non conoscere il tempo….
Chissà quanti avranno inciso nelle loro menti quelle lunghe lancette nere….
E’ il 6 Dicembre 2007 e quell’orologio segna le 23:35…
…e qui ha inizio la mia nuova vita.»

Mi chiamo Loris e quello che avete appena letto è il ricordo degli attimi che hanno accompagnato il mio risveglio, la notte del 6 dicembre 2007 nella clinica universitaria di Innsbruck.
La mia vita è cambiata il giorno prima, esattamente alle ore 21:52 quando ho ricevuto la chiamata che ‘’per noi’’ significa tutto .
Alla fine degli anni novanta, quasi diciottenne, mi ritrovo in una delle camerate per la visita militare… ‘’Ematoproteinuria nelle urine, evidentemente deve aver fatto qualche particolare sforzo nei giorni scorsi, siamo costretti a mandarla all’ospedale militare di Verona per accertamenti’’. Con queste parole il medico di leva mi congeda dal servizio…

Confesso che era più la gioia di saltare la ‘’naja’’ che la preoccupazione la sentenza dal dottore.
Nulla poteva turbare la mia adolescenza, mi sentivo forte ed ero convinto che un ragazzone della mia età e della mia stazza non potesse essere scalfito da nessun tipo di male…
Qualche stagione dopo, invece, quel fisico giovane e vigoroso inizia a conoscere i primi sintomi di una ‘’cosa’’ più grande e più forte di lui.

Accusavo forti dolori alla testa, non ne capivo la natura e nemmeno i farmaci riuscivano a ridurne l’entità..
Non ero in grado di delinearne i tratti, e il mio male stava silenziosamente crescendo dentro di me…
Poco tempo dopo ed esattamente il 3 gennaio 2001 inizio la terapia dialitica in ospedale.
Da allora sono trascorsi 11 anni, sette dei quali passati vivendo grazie ad una macchina. Gli anni in dialisi hanno segnato profondamente la mia esistenza, con un susseguirsi di emozioni terribilmente forti che ricordo come se fosse ieri.

Fortunatamente quel 5 dicembre di cinque anni ho ricevuto un dono, un rene nuovo che ha messo fine a tutte le mie sofferenze.
Ora ho trentaquattro anni, un lavoro stabile presso un importante istituto di ricerca trentino, una mamma, un papà che mi amano e ho ritrovato finalmente la salute.
Sono entusiasta di avere la possibilità di raccontare la mia storia, sento il bisogno di condividerla con tutti coloro che vorranno leggerla per dare loro un messaggio…
La convivenza col mio male, credo, mi abbia insegnato e lasciato molto…

Ho pianto, ho sofferto e alla fine ho gioito, ma la cosa più importante è che non mi sono mai dato per vinto, non ho mai mollato e forse è per questo che ora sono qui a raccontarmi…

Un augurio di buona salute a tutti,

Loris Puleo

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