Pensieri sparsi in una giornata di fine estate.

Oggi è il 5 settembre, l’autunno è nuovamente alle porte. Quando sono entrato in ospedale a Padova era il 20 di giugno, l’estate entrava poderosa nella sua fase primaria. Era caldo e l’aria seppur intrisa di afa, era carica di novità e speranza. Quell’ ultima dialisi, in notturna, il trasferimento al centro trapianti. E poi il tremore per l’emozione, davanti alle porte della chirurgia.

Tredici giorni dopo, la prima dimissione. Per rientrare poi 3 giorni dopo con la febbre da infezione alle vie urinarie, causata da escherichia coli. Altri 6 giorni di antibiotico e poi a casa, comunque sotto controllo e sotto antibiotico.

Sembrava tutto bello, ma il 13 agosto ancora febbre, stessa infezione. Altri undici giorni di soggiorno in ospedale, tra la mia stanza n.1 della chirurgia dei trapianti e il reparto ben meno confortevole della nefrologia. Bagno in comune per sedici persone, aria condizionata poca e poco regolabile. Ma il letto è comodo, il personale contingentato, ma disponibile e preparato. Inoltre la porta di ingresso da ad un chiostro con parco, alla sera posso uscire e cambiare aria. Il mio letto è il numero 11. Sempre questo uno che mi accompagna.

Passano solo quattro altri giorni e mi ritrovo con una febbre peggiore delle altre, male dappertutto. Rientro sabato 28 agosto per la terza infezione. E sarà una settimana terribile. La camerata ha purtroppo un ospite che sta molto male e chiama in continuazione aiuto, o i familiari o qualsiasi cosa. In qualunque momento, per molto tempo. Passo notti insonni, oltre che per il mio stare male, anche (e mi spiace per lui) anche per il mio coinquilino. Il mio letto numero 11 non mi porta fortuna stavolta.

Passano i giorni, rifaccio ecografia e faccio cistografia. Risultato: reflusso all’uretra del rene nuovo. Per i chirurghi la situazione è abbastanza chiara e oggi, sabato 5 settembre sono ancora qui, a guardare dalla mia numero 1 il solito panorama. Gli alberi si stanno preparando per l’autunno arrossendo le loro foglie.

Il mio braccio destro è un puntaspilli da quanti aghi cannula ha visto inserire. E le vene non reggono più. Sono quasi tutte bruciate e sfibrate. Sono più stanche di me.

Parlano di fare un nuovo intervento, ma io aspetto notizie certe e arriveranno lunedi. Ora riposerò visto che non ho dormito molto in questi giorni. Spero solo di poter andare a casa per i primi giorni di autunno, quando tutta la natura sarà pronta per la muta stagionale, fare una bella passeggiata in qualche bosco, sentire lo scricchiolio delle foglie sotto i piedi.

Per ora non mi rimane che stare alla finestra ed ammirare quel poco di paesaggio che quest’ ospedale offre. Dalla stanza numero uno, segregato pure causa mutazione del germe in trasmissibile. Avrò abbastanza libri, cruciverba e sudoku per portare pazienza e far trascorrere il tempo in attesa di nuove buone?

Se sei un lettore libero, sentiti fortunato. Io sono confinato in una stanza di 4metri per 3. Io mi sento fortunato, nonostante tutto questo il mio rene trapiantato regge e mantiene una creatinina a 0.9 .

Buon settembre.

Mirko